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Caratteristiche schede micro SD

Acquistando una scheda micro SD ero rimasto confuso dalle scritte che sono stampate sul fronte.

Inalzi tutto c’è una distinzione fra Ultra e Extreme: la extreme ha una velocità di scrittura maggiore

Tabella dei Contenuti

File System

Dovendo creare un NAS con una memoria raggiungibile da tutti i dispositivi che posseggo ho guardato con quale file system formattare il disco rigido.          Ci sono diversi files System:

FAT 32 – (File Allocation Table) è quello, fra quelli ancora ancora in servizio, introdotto da più tempo (1996).

E’ il file system con cui sono formattati “di serie” molti dischi e chiavette USB dato che può essere letto praticamente da tutti gli apparati elettronici e tutti i sistemi operativi più diffusi (Windows, MAC, Linux).

Ha dei limiti che sono: non permette di archiviare file più grandi di 4GB e poi è molto soggetto alla frammentazione dei dati.

exFAT – (Extended File Allocation Table) introdotto nel 2006 per superare i limiti di FAT 32.  E’ compatibile con Windows, MAC OS e con Linux (richiede eventualmente l’installazione di driver).

E’ un’evoluzione del FAT32 che cancella il limite dei 4GB e diminuisce la frammentazione dei dati.

NTFS – (New Technology File System) è il file system predefinito di Windows (1993).   Elimina il limite dei 4GB presente nel FAT32 e diminuisce il livello di frammentazione dei dati, tuttavia non è compatibile quanto il FAT32 con altri dispositivi e sistemi. Su Mac, ad esempio, a meno che non si installino appositi driver di terze parti, l’utilizzo delle unità NTFS può avvenire in modalità di lettura; anche per Linux necessita  l’installazione di driver.

APFS – (Apple File System) è il file system predefinito di macOS (2017).

Purtroppo non è compatibile con Windows (a meno di installare appositi driver) e con la maggior parte dei dispositivi non-Mac. Ottimizzato per le memorie flash e a stato solido.

EXT 4 – (fourth extended file system)  È il file system predefinito per Linux distribuito nel 2008; è compatibile con Windows e MAC OS  solo con strumenti aggiuntivi. E’ probabilmente il più evoluto dei file system.

Alla fine ho optato per utilizzare come file system exFAT

Porte di connessione per il computer

Possiedo un computer Microsoft: Surface GO 128 Mb.

Come molti computer moderni ultra portatili possiede un numero di porte di connessione verso l’esterno veramente esiguo (una porta USB-C, una uscita audio con jack per una cuffia esterna e un connettore per l’alimentazione.  E’ vero che sono presenti WiFi e BT però effettivamente sono veramente poche. 

Ricordo i primi PC fissi che ho avuto in dotazione e sicuramente abbondavano di porte di connessione poste rigorosamente sul retro inserite in diverse schede di espansione.

A fianco c’è uno schema di massima delle porte che potevano essere presenti.

Non ci sono ovviamente tutte, nello schema manca ad esempio l’uscita per il connettore RJ45 che serve per la connessione alla rete LAN.

Ovviamente mancano le porte più recenti (HDMI, DVI e Display Port per la connessione video);  Thunderbolt, ….

Con tutte queste porte, e quindi con tutti i relativi cavi si formavano dei formidabili grovigli dietro e sotto le scrivanie. 

 

Porta seriale RS-232

RS232 (Recommended Standard 232) connettore a 9 PIN su 2 file.     I bit che costituiscono l’informazione sono trasmessi sequenzialmente, uno alla volta su di un solo “filo». 

Era usata per collegare le periferiche (modem, tastiera, mouse,..) L’interfaccia della porta seriale del PC è single-ended. Ciò significa che è possibile collegare solo due dispositivi usando un cavo seriale RS232. I dati trasferiti tra questi due dispositivi vengono trasferiti a una velocità inferiore ai 20 kbps.

Porta VGA

VGA (Video Graphics Array), si tratta di un connettore a 15 PIN su 3 file sfalsate (di colore blu).

Serve per portare un segnale video analogico dal computer ad un monitor (o a un proiettore).

Indispensabile fino ad alcuni anni fa, con l’avvento dei monitor completamente digitali è stato progressivamente abbandonato.

Porta parallela - LPT

Porta Parallela LPT (Line Printer Terminal) di colore rosso.  

Era usata soprattutto per collegare il PC alla stampante.

La LPT consente il collegamento di diverse periferiche con possibilità di trasferire 8 bit in parallelo. Sul computer la porta è un connettore femmina detto “a vaschetta” o DB25 con 25 pin disposti su due file.

I dati erano trasmessi sui PIN da 2 a 9 (D0-D7)

Porta audio

Connettori mini jack 3,5 mm arancione uscita digitale utilizzata come uscita analogica per subwoofer, nero uscita per gli altoparlanti posteriori (nei sistemi surround), argento uscita per gli altoparlanti laterali (nei sistemi surround).

Connettori mini-jack 3.5 mm rosa ingresso audio analogica per microfono esterno, verde uscita stereo principale per casse o cuffie; celeste per segnale stereo in ingresso.

 

Queste porte non sono più presenti sugli ultimi computer.

Connettore RJ45

RJ45 (Registered Jack tipo 45) indica una interfaccia  fisica usata per l’attestazione di cavi elettrici a coppie di conduttori incrociati destinati ai servizi di trasmissione dati.  Ha 8 PIN e sono cablati tutti 8.

RJ45 è utilizzato in particolare per il cablaggio delle reti  locali secondo gli standard Ethernet / IEEE 802.3 10Base-T, 100Base- T e 1000Base-T. (100Base-T, quello più usato significa che trasmette a 100 Mb/s in banda base su doppino ritorto).    Si usa nelle reti LAN

Connettore RJ11

RJ11, (Registered Jack tipo 11) indica una interfaccia fisica (connettore elettrico)  usata per l’attestazione di cavi destinati ai servizi telefonici e di trasmissione dati. Aveva 6 contatti ma solo i 2 centrali venivano utilizzati.

Era presente nei computer  fino all’avvento dell’ADSL; i PC avevano un modem interno e tramite questa porta si collegava il computer alla pesa telefonica.        Si componeva un numero telefonico al quale rispondevano dei modem e si effettuava il collegamento su rete commutata.

Tipicamente la velocità del modem era di 56K; durante la connessione il numero telefonico della linea risultava occupato.

Porte USB

USB (acronimo di Universal Serial Bus) è uno standard industriale di comunicazione seriale, utilizzato per la comunicazione e/o l’alimentazione di periferiche per computer o qualsiasi altro dispositivo previsto a tale scopo, per esempio tablet, fotocamere, smartphone, ecc.          La lunghezza massima che può avere un cavo USB senza che il segnale diventi troppo debole è pari a 5 m.Le porte USB sono dotate del supporto del Plug and Play.         L’USB di tipo A e B può collegare periferiche che richiedono trasferimento dati, ma non può trasportare segnali video, tale limite è stato comunque superato con il nuovo formato USB 3.1 Type-C.

USB-C sta diventando lo standard per gli smartphone (tranne che per i dispositivi APPLE che usano il connettore Lightning)

Display port

E’ uno standard di interfaccia video digitale utilizzato principalmente per collegare una sorgente video a un dispositivo di visualizzazione come un monitor per computer, ma può anche trasportare audio, USB e altre forme di dati.          Lo standard DisplayPort usa la trasmissioni dati a pacchetto, questo permette di incorporare il segnale di clock all’interno del flusso di dati, consentendo un’elevata risoluzione utilizzando un numero inferiore di pin rispetto ai vecchi standard che trasmettono un segnale di clock per ogni uscita fisica.

Porta HDMI

HDMI (High-Definition Multimedia Interface) Interfaccia audio/video usata per trasferire dati video non compressi e dati audio digitali compressi o non compressi, da una sorgente HDMI compatibile (per esempio da un controller video) a un monitor, un proiettore, un televisore digitale.

Tipo A  Il connettore HDMI di tipo A, introdotto inizialmente con HDMI 1.0, è il più diffuso: dispone di 19 pin ed è retro-compatibile (elettricamente) con il DVI-D (single link). Misura 13.9 mm x 4.45 mm.

Tipo D (Micro HDMI) Nel 2009 è stata annunciata la messa in commercio di un connettore Micro HDMI di tipo D che segue la specifica 1.3, dotato di 19 pin come l’HDMI tradizionale. Il connettore Micro HDMI di tipo D misura 6,4 millimetri × 2,8 millimetri, è grande all’incirca la metà del connettore Mini HDMI di tipo C ed è simile in dimensioni al connettore Micro USB

Porta DVI

DVI (Digital Visual Interface) Si trova spesso su computer che richiedono video ad alta definizione. Attraverso di essa il segnale video viene inviato al monitor in forma digitale, quindi tendenzialmente meno soggetta ai disturbi rispetto al predecessore VGA.  Esiste in due formati, una versione a 24 pin (DVI-D solo digitale) e una a 29 pin (DVI-I integrata digitale e analogica.

Connettore SATA

SATA ( Serial Advanced Technology Attachment), è una interfaccia per computer generalmente utilizzata per connettere hard disk o drive ottici (masterizzatori e/o lettori di DVD, CD, ecc.).  Il connettore ha 7 PIN ed è asimmetrico

SATA è l’evoluzione dell’ATA (anche conosciuto come “IDE”, rinominato parallel ATA (PATA) in seguito alla nascita del serial ATA in modo da evitare fraintendimenti), rispetto al quale presenta tre principali vantaggi: maggiore velocità, cavi meno ingombranti e possibilità di collegamento a sistema avviato

Connettore SCART

Progettato per trasportare contenuti in video analogico a definizione standard (anche se alcune versioni possono trasportare segnale RGB in componenti separate), con l’introduzione degli standard digitali di connessione come DVI(1999) HDMI (2002) e Display Port (2008), SCART è diventato obsoleto.

La presa è dotata di 20 piedini (detti anche poli o “pin”), ognuno dei quali veicola un segnale elettrico analogico, che può uscire o entrare nella presa SCART realizzando così globalmente un collegamento parallelo di tipo analogico. Il bordo metallico della presa e del cavo che ad essa si connette funge da ventunesimo contatto, e veicola la massa della schermatura.

Lampadina LED

6 o 7 anni  fa avevo sostituito tutte le vecchie lampadine ad incandescenza con lampade LED.

Nei giorni scorsi è “bruciata” la prima lampadina LED.

Ho subito avuto l’impulso di aprire la lampada per vedere cosa c’era dentro.

Nella lampada che ho aperto  a metà circa del bulbo era fissato un circuito stampato che aveva verso l’alto i diodi LED (15) posti in serie e fissati sullo stampato con la tecnica SMT (Surface Mount Technology).

Nelle vecchie lampade ad incandescenza c’era solo un filamento di tungsteno che era collegato elettricamente alla vite e al contatto centrale sul fondo e sostenuto da supporti. 

Il bulbo che conteneva il filamento era di vetro ed era riempito di un gas nobile (argon)

L’illuminazione era ottenuta portando il filamento all’incandescenza (2700 °K); quando la lampada non funzionava più bastava guardare il filamento di tungsteno che penzolava tristemente all’interno del bulbo.

Nelle moderne lampade LED l’involucro (il bulbo) non è più di vetro ma è di plastica (non ci sono più le altissime temperature del filamento di tungsteno incandescente)

Nella lampada che ho aperto  a metà circa del bulbo era fissato un circuito stampato che aveva verso l’alto i diodi LED (15) posti in serie e fissati sullo stampato con la tecnica SMT (Surface Mount Technology).

Il principio di funzionamento del diodo LED presuppone un semiconduttore opportunatamente drogato nel quale facendo circolare corrente si favorisce la ricombinazione di elettroni e lacune con emissione di fotoni e quindi del flusso luminoso.

Come si vede il colore emesso va dall’infrarosso all’ultravioletto con tensioni di polarizzazione del LED che vanno da 1,6 4,4 volt.         La luce bianca, quella che serve per l’illuminazione domestica, viene ottenuto con LED a luce blu coperto da uno strato di fosforo che produce una luce fluorescente gialla con una larghezza di banda molto ampia per cui l’occhio umano la percepisce come bianca.

Il drogaggio del semiconduttore definisce la frequenza e quindi il colore della luce emessa.

Come detto i LED della lampadina che ho smontato erano realizzati in tecnica SMT (Surface Mounted Device) che si presenta come n minuscolo involucro in materiale plastico al cui interno è collocato il LED. Il LED SMD viene posto direttamente sul circuito stampato con i collegamenti laterali saldati sulle piste conduttrici.

Il diodo LED viene normalmente alimentato in continua con una corrente di 10-20 mA.

Uno schema semplice per accendere un LED è quello a fianco. 

Serve una alimentazione in continua, un diodo LED e una resistenza in serie al diodo.

Ipotizzando una VCC di 9 volt, un diodo LED con una tensione di pilotaggio di 3 Volt con una corrente di 10 mA si ottiene un valore di R di:    R = (Vcc-VOLT DL) / I con i valori R = (9-3) / 0,01 = 600 Ohm.

Basta quindi una resistenza di 600 Ohm per fare accendere il LED.

Come si vede dalla foto a fianco nella lampada che ho aperto ci sono 15 LED disposti a corona sul circuito stampato e collegati in serie.

Si vede inoltre un LED con un segno nero, probabilmente è il LED che ha causato il guasto della lampada.

La componentistica è chiaramente di provenienza cinese ( la lampada è made in PRC anche se è marchiata Beghelli).

Lo scopo del circuito è quello di trasformare la tensione alternata 220 V in una tensione continua idonea a pilotare la serie dei LED.

Ci sono 2 fili che collegano il circuito stampato con la vite e al contatto sul fondo; su uno dei due fili è inserito un fusibile.

Ho provato a ricostruire il circuito seguendo il circuito stampato; è riportato a fianco.

E’ presente, dopo il fusibile, un condensatore in parallelo da 220 nF seguito da un raddrizzatore.    Sono presenti poi due celle LC che dovrebbero livellare la tensione continua.

Il componente principale dovrebbe essere il tripolo marchiato BP9912C che dovrebbe essere un driver per pilotare con corrente costante la serie dei LED