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Breve storia della telefonia mobile

Fino ai primi anni 80 i telefoni mobili erano solo autoveicoli, pesavano decine di chili e occupavano buona parte del bagagliaio dell’auto.

Funzionavano sulla frequenza dei 160 MHz e potevano solo effettuare chiamate in uscita.

Per essere chiamati c’era il servizio di radio avviso; sull’auto c’era un cruscotto simile ad una autoradio, con 6 luci (almeno quello che ho visto io) ogni luce corrispondeva ad una persona (per esempio: le prima luce era la moglie, la seconda ufficio, ecc.)

Chi voleva mettersi in contatto con l’utente in auto chiamava una operatrice che inviava il segnale per l’utente cercato; si accendeva la lucetta corrispondente e dall’auto l’utente poteva effettuare la chiamata.

Non c’era l’hand over per cui se uno usciva dall’area di copertura della cella la conversazione cadeva e si doveva rifare la chiamata; c’è da dire che la copertura delle celle di allora era molto più grande delle celle attuali.

Ovviamente il servizio era riservato per una utenza Business e i costi erano decisamente elevati.

Il sistema arrivò presto alla saturazione della rete per cui fu creata una nuova rete che lavorava sui 450 MHz.

Era decisamente più evoluta: permetteva la chiamata diretta al mobile senza passare dall’operatore, la telefonata non cadeva quando si passava da una cella all’altra; rimaneva però la dimensione del terminale mobile non proprio portatile.

In concomitanza del mondiale di calcio 1990 fu attivata la rete analogica sui 900 MHz e finalmente i terminali mobili iniziarono ad avere dimensioni accettabili.

L’utilizzo del telefono mobile rimaneva però ancora riservato prevalentemente a clienti business.

Nel 1993 la SIP lancio il contratto “Family” che si rivolgeva  a una fascia che utilizzava il servizio per uso personale e non per lavoro.

Così i primo febbraio 1994 comprai il mio primo apparato radiomobile

Teledrin Motorola

Questo fu il primo cerca persone che fu fornito dall’azienda per le persone che effettuavano turni di reperibilità.    Infatti quando effettuavo la reperibilità dovevo rimanere presso il telefono fisso di casa; mi potevo spostare avvisando il centro di supervisione del numero telefonico fisso presso il quale mi spostavo e quanto tempo mi serviva.

Con questo apparecchio si riceveva una chiamata  (si poteva attivare la vibrazione); sul display veniva visualizzato il numero del chiamante che quindi si poteva contattare.

Fu una grande innovazione  anche se fu superato rapidamente con l’arrivo dei telefoni TACS analogici che permettevano addirittura di essere chiamati direttamente.

Nokia - Cityman 300

Il Nokia Cityman 300 pesava 320 grammi (con la batteria rinforzata) e, con l’antenna estratta, misurava 28 cm di lunghezza.

Lo pagai 1.074.000 lire, l’importo mensile del contratto Family consisteva in  un canone di 10.000 lire  e una tassa di concessione governativa sempre di 10.000 lire. 

Non si prestava ad essere inserito in tasca; in quel tempo andavano dei porta cellulari che si fissavano alla cintura a mo’ di pistola.

Cosa faceva questo cellulare?  Telefonava!    Non faceva niente altro, nemmeno inviava gli SMS. 

Il problema più frustrante era la durata della batteria.  Non c’erano le batterie al Litio e quelle disponibili erano NIMH (Nichel Metal Idrato).  Queste batterie avevano il cosiddetto “effetto memoria); praticamente se si ricaricava la batteria quando non era perfettamente scaricata, (ad esempio era a metà carica), quando era in erogazione e arrivava a metà carica  si “sedeva” pensando di essere scarica.   Per ovviare a questo problema il carica batteria fornito di serie aveva uno scatolino dove si inseriva la batteria da ricaricare; si schiacciava un pulsante e partiva la scarica a fondo prima di iniziare la ricarica.

Nonostante questo accorgimento dopo un paio di mesi la batteria era quasi inutilizzabile; la toglievi dal carica batteria e segnava il 100% ma bastava una telefonata e in 2 minuti il cellulare si spegneva con la batteria scarica.   Quello che mi faceva incavolare era che se lo riaccendevo mi segnava ancora il 100% di carica.  Mi ero abituato ad usare il telefono solo per sapere chi chiamava e poi richiamavo io da un telefono fisso.

La rete TACS funzionava sulla frequenza dei 900 MHz, aveva una banda per la trasmissione e una per la ricezione; la trasmissione era in chiaro per cui bastava un semplice ricevitore sintonizzato sulla frequenza (scanner) per sentire le telefonate.

Il punto più delicato però era la facilità con cui poteva essere clonato e quindi ritrovarsi bollette telefoniche astronomiche. 

A fine 1995 l’Azienda per cui lavoravo mi assegnò un telefonino di servizio il Cityman 500

Nokia - Cityman 500

Il Nokia Cityman 500 era il fratello più recente del 300.

Aveva esattamente le stesse caratteristiche di funzionamento, cioè serviva solo per telefonare.

Le batterie erano ancora al NiMH e avevano il fastidioso effetto memoria, anche se avevo l’impressione in modo non così marcato come il modello precedente.

Le dimensioni erano più compatte ed anche il peso era decisamente inferiore; cominciava ad essere possibile portarlo nella tasca della giacca o dei pantaloni.

Aveva sempre l’antenna estraibile e se si teneva all’orecchio senza la mano ma appoggiandolo alla spalla era facile che si piegasse.

Non gestiva gli SMS.

Con questo telefono ho subito la prima e unica clonazione di un telefonino.

Ebbi infatti un traffico enorme  (per diverse centinaia di migliaia di lire).
La procedura consisteva nel chiedere alla TIM il tabulato delle chiamate, riconoscere quelle che avevo effettuato io, andare dai carabinieri e fare una denuncia e quindi inviare una copia della denuncia e del tabulato alla TIM per lo storno.

Questo cellulare mi rimase come cellulare di servizio diversi anni fino a quando non si ritenne che la copertura del GSM avesse raggiunto quella del TACS.

Inizialmente la qualità della telefonata sui telefoni TACS era decisamente migliore di quella sui terminali GSM per cui cercai di usarlo fino alla fine.

Nel corso del 1998 l’Azienda fornì il primo telefono GSM: lo Startac della Motorola.

Aveva la forma a conchiglia con una cerniera che permetteva di aprirlo; l’antenna era ancora estraibile e la SIM aveva la dimensione di una carta di credito.

Rispetto ai telefoni che circolavano allora era una vera rivoluzione.  Purtroppo aveva un punto debole nella cerniera di apertura , infatti mi si ruppe abbastanza presto in modo irreparabile.  Fortunatamente rimasi in possesso del Cityman 500 che continuai ad usare sulla rete TACS.

Nel 1998 pensai di acquistare un nuovo telefono GSM e decisi per il SIEMENS S15.

Siemens S15

Il Siemens S15 era un telefono GSM di fascia bassa (dopo averlo usato direi molto bassa). Costava relativamente poco e riprendeva la forma dei telefono TACS con l’antenna estraibile e la batteria NiMH.

le dimensioni erano 143x53x17 mm e pesava 185 gr.

Rispetto ai due telefoni precedenti oltre alla funzione telefonica aveva in più il servizio SMS (ovviamente allora non si parlava di WiFi, Bluetooth, viva voce, fotografie,…).

Una cosa che mi deluse fu la suoneria, per quante manovre facessi non riuscii ad alzare il livello sonoro a un volume accettabile.

Inutile dire che lo usai pochissimo e fini rapidamente in un cassetto.

Nel corso del 1999 l’Azienda mi fornì un nuovo cellulare GSM della Motorola, il modello v3688

Motorola v3688

Aveva la caratteristica apertura a conchiglia e quando era richiuso aveva dimensioni ridotte: 83x44x25 mm per un peso (con la batteria leggera) di 77 grammi.   La batteria era finalmente agli ioni di Litio per cui l’effetto memoria era quasi trascurabile.   L’antenna non era più estraibile ma fissa.

Lo schermo era monocromatico con una risoluzione di 96×64 punti.   Oltre al servizio SMS aveva anche la vibrazione per la suoneria.

Per usare gli SMS bisognava effettuare una configurazione inserendo il numero del Centro Servizi dell’operatore utilizzato.

Sicuramente rispetto ai telefoni precedenti si trattava di un grande passo in avanti.

Non ho avuto motivo di critica verso questo telefonino a parte un problema relativo ai tasti.

Chiaramente si usavano molto alcuni tasti, questi erano ricoperti si una specie di gomma; con l’uso prolungato la gomma si screpolava e diventava brutto a vedersi (nell’apparato in mio possesso i tasti di accettazione chiamata, di chiusura chiamata e i tasti di scorrimento sono deteriorati.

Siemens S25

Alla fine del 2000 acquistai un telefonino Siemens S25 che costava allora 740.000 lire.

Pesava 125 grammi e le misure erano 117x47x23 mm.

Utilizzava la rete GSM  ed era dual band (900 e 1800 MHz). Non aveva Bluetooth ne WiFi ma aveva una porta IrDA (infrarossi). 

Era possibile accoppiare un computer (dotato di porta IrDA) e utilizzare il telefonino come modem per connettersi a internet e usare la posta; l’unico limite era la velocità massima di connessione che arrivava al massimo a 9600 b/s.

Poteva anche navigare in internet con lo schermo del telefonino, il primo a colori che avevo posseduto, con il protocollo WAP 1.0 che adattava le schermate alle piccole dimensioni dello schermo (1,5 pollici con 6 righe di testo massime).

Era anche molto robusto ed è uscito indenne da diverse cadute.

Motorola v66

Marzo 2003 mi fu assegnato dall’Azienda un Motorola v66.

Le dimensioni erano 88x44x21 mm e il peso era di 79 grammi, sicuramente il più piccolo telefonino che avevo avuto fino ad allora. Lo schermo monocromatico aveva una risoluzione di 96×64 punti.

Quando il cellulare era chiuso aveva una dimensione veramente ridotta  e poteva tranquillamente essere portato nel taschino della camicia.

Anche questo telefono aveva la possibilità di utilizzare il protocollo Wap per navigare in internet anche se non l’ho mai utilizzata.

Si potevano effettuare chiamate dati e fax; la connessione con gli apparati (computer o dispositivo portatile) dovevano essere fatte con un cavo seriale o USB in quanto non era presente la porta infrarossi.

Sul telefono erano presenti, come era prassi in quel periodo, alcuni giochi.

La qualità dell’audio era buona, sono rimasto molto soddisfatto da questo cellulare. 

Siemens S55

Nell’aprile 2005 mi fu assegnato il Siemens S55.  Era un modello sul mercato già da tempo, pesava 85 grammi e aveva come dimensioni 101x42x18 mm.

Era un terminale GSM tri band (900, 1800, 1900), la risoluzione dello schermo era di 101×80 pixel (ancora molto limitata).

Rispetto ai telefoni precedenti aveva la connettività Bluetooth e la porta infrarossi.

Poteva inoltre scattare foto (risoluzione 640×480) acquistando un modulino opzionale da inserire nella presa dati.  Aveva inoltre la funzione viva voce e i soliti giochini caricati.

Era un bel telefonino, stava tranquillamente in tasca e nel taschino della giacca e anche della camicia; la qualità della voce era buona.

Dato che era molto corto veniva istintivo durante le telefonate spostarlo verso il basso (verso la bocca).

Anche questo aveva la possibilità di entrare in internet tramite WAP e poteva effettuare connessioni fax/dati

Nokia 6680

Autunno 2005 come telefonino di mia moglie prendemmo un telefono Nokia: il modello 6680.

Era un telefono all’avanguardia per quel tempo; era tribanda 900/1800/1900 Mhz e si collegava già in UMTS.

Lo schermo a colori era da 2,1 pollici e aveva una risoluzione di 176×208 punti; aveva la fotocamera posteriore da 1,3 MPX con flash Led che si attivava facendo scorrere uno sportellino posteriore.     Aveva inoltre, il primo che vedevo, anche una telecamera anteriore con risoluzione VGA (640×480).

La memoria interna era da 10 Mbyte, si poteva ampliare con una scheda MMC.    La scheda MMC ha preceduto la scheda SSD, aveva le stesse dimensioni (era un po’ più sottile) e quella data in dotazione con il telefono era da 16 Mb.   Quella che si usava sul Nokia era di dimensioni ridotte (c’era un adattatore per inserirla) ed era alimentata a 1,8 V anziché a 3 V.

Il sistema operativo era Symbian; c’era il Bluetooth e il lettore MP3.    Io l’ha usato pochissimo ma mi sembrò un ottimo telefono  con un’ottima acustica e finalmente un discreto Vivavoce.

Samsung SGP-P920

Nel 2007 venni in possesso di un TiVufonino: il Samsung SGP-P920.

TIM, VODAFONE e H3G avevano lanciato il servizio DVB-H cioè la televisione sul telefonino.   I trasmettitori erano di Mediaset e i terminali mobili erano della SAMSUNG.

Questo telefonino pesava 125 grammi e misurava 94x48x27 mm.     Aveva uno schermo che poteva ruotare di 90 gradi quando si voleva utilizzare come televisore.   Era presente un’antenna estraibile per migliorare la ricezione della parte video.

Era presente una fotocamera che poteva ruotare per riprendere sia davanti che dietro.

Funzionava sia con il gsm che con il 3G; aveva anche la connessione Bluetooth.   Era presente anche un alloggiamento per una schedina di espansione micro SD.    Era decisamente un apparato innovativo per l’epoca con tutte le funzionalità che introduceva.

Purtroppo la peculiarità principale (la ricezione dei terminali televisivi) non era sfruttabile ovunque; in alcune città non partì proprio, forse per problemi di interferenze con altri servizi, altrove la ricezione era disturbata.   Il servizio non decollò mai e fu sospeso nel 2010.

Anche lo schermo non era molto adatto alla visione TV, aveva una dimensione di 2,2 pollici e una definizione di 320×240 punti.

Ormai era alle porte l’arrivo dell’iPhone 3g (2008) con lo schermo da 3,5 pollici e una risoluzione di 480×320 punti e sopratutto con un nuovo sistema operativo che cambiava la prospettiva degli apparati mobili.

Samsung SGH-i780

A dicembre 2008 sostituimmo il cellulare di mia moglie che era guasto (Nokia 6680) con un Samsung SGH-i780.

Aveva come sistema operativo Windows Mobile 6.0 Pocket PC; il display aveva la dimensione di 2,55 pollici  con risoluzione 320×320 pixel.   Lo schermo era resistivo per cui serviva un pennino che era riposto in apposito alloggiamento su un lato dell’apparecchio.

Tecnologicamente era decisamente avanzato: aveva il WiFi, il Bluetooth e il GPS.  Aveva una fotocamera posteriore da 2,0 Pixel e una frontale VGA.

Aveva pre-caricato microsoft Office ma era complicato usarlo su uno schermo così piccolo.

Io l’ho usato pochissimo; la tastiera aveva i tasti piccolissimi e molto ravvicinati  per cui non riuscivo praticamente ad  utilizzarla (mi sono trovato molto meglio quando ho provato la tastiera del BlackBerry) e il pennino era scomodo da utilizzare.

Per il resto le prestazioni erano buone. 

Toshiba TG01

Negli anni 2008-2010 ci fu l’introduzione di alcuni sistemi operativi per cellulari che sostituivano i sistemi proprietari usati fino ad allora.

Oltre a iOS di Apple e Android che esistono tuttora c’era Window Mobile della Microsoft, Maemo e Symbian della Nokia.   Nel 2010 ebbi un Toshiba TG01 con Windos Mobile 6.1.   Aveva già una forma simile a quelli attuali con uno schermo di 4.1 pollici e una definizione di 800×480 punti.

Disponeva di WiFi, BT, GPS e un alloggiamento per una scheda micro SD.

Avevo letto delle recensioni molto buone; alla prova dei fatti rimasi un po’ deluso.  Lo schermo era del tipo resistivo e necessitava di un pennino ma non c’era un alloggiamento nel telefonino per cui rimaneva sempre in giro.   Nell’uso senza pennino lo schermo era poco sensibile (per rispondere a una chiamata dovevo strisciare il dito diverse volte); lo schermo era molto grande e decisamente luminoso e la batteria non sembrava dimensionata in quanto si scaricava velocemente.   Dopo avere utilizzato questo cellulare si capiva perché Windows Mobile non sia riuscito ad emergere.

 

Palmari - Psion 5 MX

Fra il 1998 e la metà della prima decade del 2000 uscirono i cosiddetti palmari (PDA in inglese); inizialmente erano delle rubriche evolute ma in seguito assunsero caratteristiche interessanti.

Si trattava infatti di piccoli computer con uno schermo che all’epoca era decisamente più grande di quella dei cellulari; infatti lo schermo dei telefonini era allora limitato dal fatto che c’era la tastiera fisica che si prendeva molto spazio.   Inoltre allora i cellulari facevano i telefoni cioè telefonavano e poco altro.

I palmari introducevano la possibilità di usare fogli elettronici, programmi di scrittura, navigare in internet, gestire la posta elettronica,…

Su questi apparati giravano dei veri e propri sistemi operativi; i più diffusi erano tre; EPOC 32 usato dalla PSION, Pocket PC della Microsoft e PALM OS della Palm.

Io venni in possesso di uno PSION 5 Mx usato (il prezzo di listino era allora abbastanza elevato 1.450.000 lire).

Questo palmare si apriva a libro e mostrava una tastiera QWERTY completa con tasti abbastanza grandi e comodi da utilizzare.

Aveva una porta seriale e una porta a raggi infrarossi con le quali ci si poteva collegare alla rete per navigare in internet, gestire la posta, inviare fax,…

Lo schermo aveva una definizione di 640×240 punti (metà VGA),  era monocromatico (a 16 livelli di grigio) e aveva una dimensione di 5,5 pollici.   Lo schermo era resistivo quindi era presente un pennino che si inseriva in un alloggiamento del palmare quando non utilizzato.

L’alimentazione era data da 2 pile a torcia AA ma era presente anche una presa per un alimentatore esterno.

La memoria era di 16 Mb ma si poteva ampliare con delle schede Compact Flash; nell’immagine è visualizzata una da 16 Mb (il Top per allora) confrontata con una micro SD da 32 Gb.

Aveva il punto debole nel meccanismo di apertura inoltre i due semigusci erano collegati fra di loro elettricamente con un flat cable che era soggetto a danneggiarsi dopo un certo numero di chiusure/aperture.

Altri costruttori (ricordo in particolare HP) adottarono il sistema operativo della Microsoft che aveva il vantaggio di gestire uno schermo a colori.

Il mondo dei palmari usci di scena all’arrivo dei cellulari dotati di sistemi operativi evoluti (non solo quelli proprietari degli inizi) e di schermi di dimensioni più generose.

Come detto si poteva connettere ad internet utilizzando la porta a raggi infrarossi e accoppiando lo PSION al cellulare.  Il cellulare fungeva da MODEM.

Chiaramente con questo sistema navigare era quasi impossibile.   Allora comprai una scheda modem (GOLD CARD da 56 Kb/s) che permetteva di utilizzare la rete fissa (su rete commutata).   La scheda aveva un connettore con bus a 16 bit che era uno standard per i notebook portatili del tempo.   C’erano diversi tipi di PC CARD (memorie, modem,…) che si inserivano nelle porte presenti sui portatili.

Lo PSION, per le sue dimensioni, non poteva chiaramente avere uno slot per PC CARD; esisteva quindi un adattatore che si connetteva a  una porta presente sul retro del palmare. Sulla GOLD CARD c’era poi un connettore al quale si connetteva un cavetto che terminava con un RJ11 per attaccarsi alla presa telefonica.

La connessione ad internet avveniva su rete commutata; si effettuava una chiamata verso un numero telefonico collegato a una batteria di modem; la tassazione della chiamata era quella normale telefonica (restando connessi a lungo saliva l’importo in bolletta) inoltre se qualcuno chiamava trovava il numero occupato.

La velocità massima poteva arrivare a 50 Kb/s in down e 30 Kb/s in up.   Sarà stato per la lentezza della linea oppure per la scarsa capacità elaborativa del palmare ma si aveva l’effetto telescrivente (quasi una riga alla volta)

Palmari - PalmOne Zire 72

Nel 2005 ecco il PalmOne Zire 72; aveva una fotocamera da 1,2 Mpx.

Le dimensioni erano di 117x75x17 mm e pesava 136 grammi.

La memoria interna era di 32 Mb (24 utilizzabili) e poteva essere espansa con una scheda SD.

Lo schermo era di 320×320 punti a colori; nella parte sottostante lo schermo c’era uno spazio per l’immissione dei dati (caratteristico dei Palm).  Con uno pennino si componevano le lettere e i numeri che il palmare riconosceva e visualizzava sullo schermo soprastante; dopo un po’ di pratica si rivelava una pratica semplice e veloce per immettere i dati.

Aveva la connessione Bluetooth e a raggi infrarossi; era presente anche una porta micro USB.

Rispetto agli attuali devices mancava la connettività WiFi.

Riproduceva i files MP3 e I filmati, ma quello per cui l’ho sfruttato maggiormente furono i giochi.  In conclusione un buon prodotto

Palmari - Nokia N810

Autunno 2008: Nokia N810.

E’ forse l’ultimo palmare (dopo arriveranno gli smartphone e i tablet) utilizzava un sistema operativo sviluppato da Nokia il Maemo versione OS2018.

Le dimensioni erano 128x72x14 mm e pesava 226 grammi.

Aveva uno schermo a colori da 4,1 pollici e una risoluzione di 800×480 punti.

Aveva la connettività WiFi e Bluetooth, aveva una memoria di 128 Mb e poteva installare una micro SD fino a 2 Gb.

Era presente una fotocamera con risoluzione 640×480 che permetteva anche le videochiamate.  Era un bell’oggetto e permetteva di navigare in internet con Mozilla. Aveva uno store da cui si potevano scaricare molti programmi gratuiti.

Da questo palmare Nokia ricavò un cellulare l’N900 che aveva lo stesso sistema operativo  ma non ebbe il successo sperato.

Bisogna dire che Nokia fra il 2008 e il 2012 produsse i suoi telefonini puntando su tre sistemi operativi: Maemo con N900 che però abbandonò subito, Symbian con tutta una serie di cellulari che abbandonò nel 2013, Mobile Windows con la serie Lumia che però soffriva delle carenze del sistema Microsoft nel mondo mobile; mancava solo Android che forse sarebbe stato quello giusto.

Alla fine Nokia da leader incontrastato del mondo dei telefonini finì purtroppo per avere un ruolo marginale.

L8STAR - BM10

Comprato a Rimini nel giugno del 2019 (regalato da mia moglie) ad un prezzo di circa 30 euro.   Si tratta di un telefonino veramente micro dal peso di 20 grammi con uno schermo di 0,66 pollici.

E’ un dual SIM e si può inserire una scheda di memoria micro SD da 8 Byte.

E’ un telefono che funziona solo su rete GSM (quindi solo telefonate e SMS).  Scrivere SMS è un po’ laborioso vista la dimensione dei tasti.

Per le telefonate devo dire che l’audio è buono, la durata della batteria  (da 350 mAh) accettabile.

La programmazione ricorda quella dei Nokia serie 33. Una particolarità è quella della Magic Voice che permette di alterare la voce  disorientando l’interlocutore.